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Il test di Bechdel

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Il test di Bechdel, ideato dall'omonima autrice di fumetti dedicati al mondo lesbico, sono dei requisiti che servono a valutare (secondo l'ottica del personaggio che li presentava nel fumetto) se un film valeva la pena di essere visto o meno.
I requisiti sono:
1. Devono esserci almeno due donne;
2. Le due donne devono comunicare tra loro;
3. A proposito di qualcosa che non sia un uomo.
Un ulteriore requisito che si è aggiunto in seguito è che le donne abbiano un nome.

(dal fumetto originale)

In apparenza questi requisiti sembrano abbastanza facili da soddisfare, tuttavia si può vedere (http://bechdeltest.com/) che sono molti i film in cui queste semplici regole non vengono minimamente rispettate: The Avengers, I pirati dei Caraibi, Men in black, X-men, Big fish, Fight Club, Intervista col vampiro, Hugo, Midnight in Paris, Molto forte, incredibilmente vicino, Toy story, Shrek, Up e tanti altri.
(Woody sta sottolineando il fallocentrismo della tuta di Buzz)
Il problema di questo test, come forse qualcuno avrà già capito, è che dimostra troppo.
In teoria serve ad evidenziare come il sesso femminile venga mal rappresentato o addirittura ignorato nei film, di fatto questo strumento fa perdere la visione di insieme del problema.
Un film potrebbe benissimo passare questo test ed essere estremamente misogino e sciovinista, mentre film che trattano in maniera interessante la posizione della donna potrebbero fallirlo, considerando soprattutto la terza regola (non devono parlare di un uomo), dato che potrebbe anche riguardare figli, fratelli o padri delle donne e non il ragazzo cui anelano.
Non solo, questo test non prende neanche in considerazione gli argomenti trattati, o la qualità del film.
Il problema del test deriva dal fatto che è stata tratta fuori dal contesto una battuta e questa è stata poi applicata meccanicamente ad ogni film, per giustificare un punto di vista.
(dove ogni film ha a che fare con un pene)
Il problema dei film, d'altro canto, è che effettivamente in molti casi si è scelto di adottare esclusivamente un punto di vista maschile, nonostante non ci fosse alcuna ragione per fare altrimenti.
In questo senso una domanda più utile ed interessante da porsi sarebbe: cambiando il sesso dei protagonisti, questa storia avrebbe ancora senso?
Questa domanda, pur ignorando la qualità dei film, o la loro trama, sottolinea il fatto che di preferenza si scelgono protagonisti maschili per raccontare storie, evidenziando meglio il problema che il test originario sollevava.

In proposito devo ammettere di non aver mai avvertito questo problema, e non dico che un film in cui i personaggi siano prevalentemente femminili sia di per sè migliore, ma sarebbe sicuramente diverso, e potrebbe fare contente tutte quelle persone che trovano difficoltà ad immedesimarsi nell'altro sesso.
(un film per fare contenti tutti)
Come sarebbe ad esempio Up della disney se i protagonisti fossero stati una vecchia e una bambina?
Come sarebbe Women in black?
E Hugo al femminile come fa?
Di una cosa sono sicuro: intervista con la vampira suona male...

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